Il Carnevale di Sappada/Plodar Vosenòcht – Maschere tipiche e tanta allegria!
Se si domandasse ad un anziano del paese da quando esiste il Carnevale di Sappada la risposta sarebbe “Da sempre!”.
Questa antica tradizione che si svolge nelle tre domeniche precedenti la quaresima era ed è tuttora periodo di grande allegria per gli abitanti di Sappada, che con originali maschere intagliate a mano nel legno, camuffano la loro identità e si burlano dei conoscenti.
Le giornate del Carnevale di Sappada
Il Carnevale di Sappada, in dialetto sappadino Plodar Vosenòcht è scandito dalla Domenica dei Poveri (Pèttlar Sunntag), dalla Domenica dei Contadini (Paurn Sunntach) e dalla Domenica dei Signori (Hearn Sunntach), nelle quali le maschere (lettern) si immedesimano con usi e costumi adatti ad ogni categoria, divertendosi a risaltare in maniera scherzosa pregi e difetti delle tre classi sociali.
Le scenette rappresentate dalle maschere riprendono spesso situazioni di vita quotidiana del passato, in cui i personaggi con grande spontaneità trasmettono allegria e gioia di vivere.
Oltre alle domeniche, non sono da dimenticare le altre giornate di Carnevale: Il Giovedì Grasso (Vaastign Pfinzntòch) con la sfilata lungo il paese.
Il Lunedì Grasso o Lunedì dei Rollate (Vrèss Montach) è dedicato al Rollate.
In questa occasione, partendo da Cima Sappada, una schiera di Rollate preceduti dai Pagliacci (Pajaz), allegre maschere dal costume colorato e dal cappello ricurvo, percorrono le borgate del paese rincorrendo gruppi di ragazzini.
Il Martedì Grasso (Schpaib Ertach) conclude il Carnevale e solitamente le maschere si esibiscono in un percorso sugli sci.
Le date del Carnevale di Sappada 2023
- Domenica 5 febbraio
Domenica dei Poveri, Pèttlar Sunntag - Domenica 12 febbraio
Domenica dei Contadini, Paurn Sunntach - Giovedì 16 febbraio
Giovedì Grasso, Vaastign Pfinzntòch - Domenica 19 febbraio
Domenica dei Signori, Hearn Sunntach - Lunedì 20 febbraio
Lunedì Grasso, Vrèss Montach - Martedì 21 febbraio
Martedì Grasso, Schpaib Ertach
Il Rollate – La maschera tipica di Sappada

Il Rollate (Ròllat) è la maschera simbolo del Carnevale sappadino.
Imponente e dal portamento fiero, questo personaggio è capace di incutere timore e rispetto.
Veste una folta pelliccia scura di montone (pelz) con un cappuccio scuro ornato da uno sbuffo di lana rossa.
Porta legata alla vita una catena con dei campanacci (rolln), dai quali deriva il nome Rollate, che risuonano ad ogni passo marcando la sua presenza.
Indossa pantaloni di tela a righe, ricavati dai teli usati per proteggere gli animali durante l’inverno (hile), scarponi chiodati per non scivolare e una scopa di saggina, che agita in modo deciso, scherzosamente o in segno di minaccia.
Completano il costume un fazzoletto legato al collo, rosso per gli uomini sposati o bianco per quelli celibi e l’originale maschera intagliata nel legno di cirmolo (lòrve), semplice ma dallo sguardo austero.
La maschera di legno, caratterizzata da grandi baffi scuri e folte sopracciglia è fondamentale per il Rollate, che rimane sempre a volto coperto e usa il falsetto (goschn) per camuffare la propria identità.
In passato, il Rollate incuteva molta paura nei bambini, che al suono delle rolln, scappavano a nascondersi.
Brandendo minaccioso la scopa, domandava “Pische bol nutze?” “Sei bravo?” e spesso i ragazzini più monelli che non riuscivano a darsela a gambe, finivano nella neve o nella fontana.
Altra abitudine era quella di avvicinarsi e chiedere “Osche kan aale?” “Hai un uovo da bere?”, questo perché gli uomini mascherati da Rollate, passavano lunghe ore senza toccare cibo e un uovo poteva dare loro un po’ di energia.
Oggi la figura del Rollate è amata anche dai più piccoli e capita spesso di vedere qualche piccolo Rollate che si aggira tra le maschere di Sappada.
Non è cambiato, invece il furore dei ragazzini nel farsi inseguire dai Rollate lungo le strade del paese.
Curiosità sul Rollate
Non tutti erano adatti a travestirsi da Rollate, infatti c’era una vera e propria “arte del Rollate”, per quanto riguardava il portamento, la camminata e l’utilizzo della scopa, che non doveva mai essere abbandonata e veniva utilizzata anche per spazzare la strada davanti alle donne, come gesto di galanteria.
Una tradizione importante, unica nell intero arco alpino, andrebbe arricchita con qualche evento collaterale, magari con una serie di iniziative sulle sue origine e sulla lingua sappadina, coinvolgendo personaggi con radici del territorio e amanti di Sappada
Ciao Gianfranco, siamo d’accordo con te!
Bello..cerco di non mancare mai…..ricordo, da piccolo, che c’erano anche i carri, si creavano scenette…..magari riavere i carri….
Verissimo Fabio, il giovedì grasso era la giornata dei carri. Era un vero divertimento!