Fiori di primavera: osserviamoli in montagna!
Tra i doni che Madre Natura ci offre, le fioriture primaverili sono sicuramente uno dei più spettacolari.
Soprattutto in montagna, dove l’inverno sembra non finire mai e il risveglio è lento, la primavera porta delle sensazioni meravigliose.
Osservando la natura, anche noi facciamo il pieno di nuova energia, scoprendo alcuni tra i più bei fiori di primavera del nostro territorio.
Le prime fioriture: Eriche e Crochi

È ancora inverno, ma la natura qua e là inizia lentamente a svegliarsi.
Le chiamano sentinelle della primavera, infatti la precoce fioritura dell’Erica avviene già a febbraio, allo sciogliersi della neve.
I suoi tappeti dai boccioli rosa, baciati dal sole, colorano i versanti di brughiere e prati rocciosi dalle quote più basse fino alle montagne alpine.
Al mondo ci sono più di 800 specie di erica e quella più diffusa sulle nostre montagne è l’Erica carnea (L.), chiamata comunemente Erica scopina o Erica carnicina.
Sarà forse per le sue proprietà medicinali e officinali, oppure per la sua grande diffusione nelle brughiere del nord Europa, che sono molti i significati e le leggende legati a questo piccolo arbusto sempreverde.
L’erica in antichità era considerata una pianta dai poteri magici e purificanti e veniva usata come rimedio antisettico e antinfiammatorio.
Dal nettare dei fiori si ricava un profumato miele di erica, ricco di proprietà benefiche.

È impossibile non rimanere incantati di fronte alla bellezza delle distese bianco e viola che colorano i prati quando la neve si scioglie, vero?
Il Croco, Crocus in Latino, è sicuramente il fiore che sancisce l’arrivo della primavera in montagna e quando fiorisce regala delle immagini meravigliose.
Il nome deriva dal termine greco Kròkos (filo) e si riferisce ai lunghi e vistosi stigmi della specie più conosciuta di questo genere, il Crocus sativus, lo zafferano.
Le specie di crocus conosciute e coltivate al mondo sono circa 80 e tra queste 15 crescono spontaneamente in Italia.
Tra la fauna del territorio troviamo la specie Crocus vernus, lo zafferano alpino, divisa in alcune sottospecie, tra le quali la varietà albiflorus è la più comune sulle nostre montagne.
Una delle particolarità riguardanti il Crocus vernus è sicuramente il fatto che è una pianta tossica, a differenza del ben conosciuto Zafferano, dal quale si estrae la pregiata spezia color oro.
La grande famiglia delle Primule
Le primule sono certamente tra i fiori di primavera più conosciuti della flora del nostro territorio.
Basti pensare che il genere primula comprende circa 500 specie e la sua distribuzione, dal piano fino ad oltre 2000 metri di altitudine, è cosmopolita.
Tra le specie spontanee più conosciute in Italia ci sono numerose varietà di Primula vulgaris , la Primula odorosa (Primula veris), la Primula maggiore (Primula elatior) e la Primula farinosa.
Anche la piccola Soldanella alpina, dal delicato fiore ad ombrella di colore violetto, fa parte della famiglia delle Primulacee.
Tra le curiosità più interessanti troviamo l’utilizzo come pianta officinale della Primula veris, ricca di proprietà curative e l’uso del nome “primula”, che anticamente veniva usato con il significato di “fior di primavera” e veniva attribuito indifferentemente a qualsiasi fiore sbocciasse subito dopo l’inverno.

Nel linguaggio dei fiori, donare una primula è un augurio di buona fortuna alla persona che la riceverà.
Anemone: la delicatezza del fiore del vento
Fiore del vento, è questo il significato del nome Anemone, attribuitogli in antichità per la delicatezza dei petali di questi bei fiori di diversi colori, che si muovono leggiadri al soffio del vento.
Le specie di Anemone sono molte, circa una settantina, alcune delle quali crescono spontaneamente nel territorio italiano.
Tra quelle presenti in Italia ci sono tre specie di anemone (A. coronaria, A. hortensis e A. palmata).
Spesso troviamo delle piante del genere pulsatilla, chiamate normalmente Anemone, come l’Anemone alpina (Pulsatilla alpina).
Questo perché, fino a qualche tempo fa, pulsatilla era considerato un sottogenere di anemone.
Nei prati di montagna crescono numerose specie di Anemone.
In primavera, nei boschi di latifoglie si possono trovare bellissimi fiori viola-bluastri di Anemone epatica (Hepatica nobilis), chiamata comunemente Erba trinità.
Oppure tappeti di Anemone trifolia, dai delicati fiori bianchi, con leggere sfumature che si intravedono quando il bocciolo è chiuso.

Salendo di quota non bisogna dimenticare l’Anemone primaverile (Pulsatilla vernalis), piccolo fiore alpino di colore bianco all’interno e striato di violetto all’esterno, ricoperto da una leggera peluria che sembra proteggerlo dal gelo e l’Anemone montana (Pulsatilla montana), piccola pianta primaverile di colore viola scuro e vistosi stami dorati.
Le piante di anemone sono tanto belle quanto pericolose, infatti contengono una sostanza tossica e irritante per l’uomo e per gli animali.
È noto l’utilizzo di alcune specie di anemone in erboristeria, poiché la pianta perde tossicità dopo l’essiccazione.
I fiori di primavera sono tanti, ve ne abbiamo raccontati solo alcuni…
Continueremo a pubblicare immagini e descrizioni dei fiori che troveremo durante le nostre camminate.
bello – raccontate quelli che possono essere raccolti e quelli no.
Buongiorno Ottaviano, siamo dell’idea che i fiori spontanei vadano fotografati e osservati, ma non raccolti. In ogni caso nelle schede della sezione Fiori di montagna abbiamo riportato se il fiore è protetto, quando siamo riusciti a verificarlo.